CASTELMAGNO DOP: UN SAPORE DI ALTRI TEMPI

I Piatti tipici piemontesi rispecchiano la cucina di una delle regioni più ricche dal punto di vista gastronomico in Italia. Vi facciamo conoscere il Castelmagno: un prodotto assolutamente da preservare.




(photo credits: https://gustavoo.com)
                                                                                                                
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.  
Cesare Pavese

Il sapore ed il profumo di questo formaggio mi ricordano la mia infanzia, le mie radici. La sua etichetta riporta il colore blu del cielo di montagna e il verde dei pascoli in cui nasce.

La cucina piemontese trae molta ispirazione dai prodotti che la natura offre o da materie prime di qualità poi trasformate, con cui si realizzano moltissime ricette.
Proprio in Piemonte nel 1986 da Carlo Petrini, nasce il movimento Slow Food «per la tutela e il diritto al piacere»slowfood e sempre in Piemonte nel 1994, viene inaugurata a Bra (Cn), Cheese – uno dei più importanti se non il più importante evento a livello internazionale dedicato al formaggio e a tutte le forme del latte cheese.
Inserito tra i presidi Slow food e protagonista di Cheese è proprio il Castelmagno, il re dei formaggi piemontesi.


Abbinamenti delle “Meraviglie a tavola”

Il Castelmagno è servito come formaggio da tavola, ma sono molte le ricette tipiche che utilizzano questo formaggio, in particolare risotti, gnocchi (realizzati anche con la nostra patata turchesa) o sformati rustici. Si abbina bene sia a primi, che secondi.
Spesso abbinato al miele (di tiglio o di quercia) a fine pasto. Essendo un formaggio a pasta semidura, di media stagionatura e dai sapori e aromi intesi, si sposa bene con la sua dolcezza.
I vini piemontesi consigliati per l'abbinamento sono: Barbaresco, Barolo e Nebbiolo d'Alba.

E ora…lo sapevi che…

La sua storia si perde nella notte dei tempi e anche si contornano di antiche e suggestive leggende le prime testimonianze di un formaggio simile al Castelmagno proveniente proprio da quelle vallate culminanti al santuario di San Magno, costruito in memoria di un soldato romano divenuto martire cristiano.
La preparazione del Castelmagno DOP dura circa sei giorni. Utilizzando il latte di due mungiture. Dopo vari passaggi e venti ore di riposo in un telo, la cagliata viene deposta in un secchio per due giorni. Poi viene rimescolata, triturata e ricompressa. La salatura avviene a secco successivamente per due giorni. La stagionatura dura dai 2 ai 5 mesi ed avviene in grotte naturali dove le forme sono poste su scaffali di legno.


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